Simone Gianlorenzi “About Her”
Release date: 03-Ott-2015
Label: Maqueta Records
Uno dei suoni che amo di più della chitarra elettrica è quello del delay, non poteva essere altrimenti visto il mio amore sfrenato e spudorato per gli U2 di The Edge.
About Her è un titolo semplice quanto pieno di significato, il significato che per me ha la vita.
La parola Delay italianizzata diventa Di Lei che tradotta nuovamente in inglese diventa About Her. Ebbene si, questo album parla Di Lei, della mia famiglia, della mia compagna, di mia sorella, della passione, della chitarra, della musica.
Tutte le cose che hanno un senso nella mia vita sono al femminile ed ogni singola nota di questi otto brani parla Di Lei, in tutte le sue forme.
Quello che suono sono, e quello che sono lo devo a Lei, alla famiglia che mi ha cresciuto così, alla mia compagna che mi ha insegnato a vivere, a mia sorella senza di cui non avrei avuto una famiglia, alla chitarra che mi ha salvato la vita, alla passione che mi fa continuare a vivere, alla musica che mi ha dato un mondo in cui vivere.
La musica che ascoltiamo, viviamo, studiamo e suoniamo vive dentro ogni musicista, si unisce al vissuto emotivo e artistico, prende una linfa vitale nuova e, consapevolmente o no, esce fuori dopo esser stata filtrata dal gusto, dalla sensibilità e dal carattere. Si crea così quello che potrebbe definirsi lo stile unico che contraddistingue ognuno di noi. In questi otto brani ci sono io.
Con queste parole Simone Gianlorenzi, chitarrista professionista italiano introduce il suo primo album solista dal titolo About Her pubblicato nel 2015 dalla Maqueta Records. L’album contiene otto brani strumentali che spaziano tra vari generi musicali senza perdere mai la grinta e la passione del rock. Leggendo i nomi delle tracce, così come ascoltandoli, non è difficile trovare riferimenti più o meno espliciti ai grandi nomi della chitarra mantenendo sempre una certa originalità e personalità .
C’è il rock tecnico ed energico di Eddie Van Halen, Steve Vai o Joe Satriani, quello più pop di U2 e Tears for Fears, e persino quello più elettronico dei Depeche Mode e di Bjork. Il Reggae malinconico di Bob Marley e il lirismo di David Gilmour fino ad arrivare al noise dei Nine Inch Nails, all’alternative dei Radiohead o dei Muse, alla psichedelia vagamente beatlesiana. Atmosfere rarefatte, suoni lunghi e spaziosi contrapposti a ritmiche serrate ed energiche.
Che siano chitarre d’atmosfera accarezzate o chitarre energiche infuocate di rock Gianlorenzi mantiene sempre uno stile e una voce personale sullo strumento sia come esecutore che come compositore.
Elemento chiave di questo album è proprio la concezione della chitarra che è assolutamente lo strumento protagonista, come ci si aspetterebbe da un disco di un chitarrista, ma senza essere inutilmente predominante lasciando con rispetto il giusto respiro alle composizioni. Non un album claustrofobico di chitarra, ma un album di musica godibile anche dai non chitarristi amanti della chitarra e della musica strumentale.
Tutti i brani sono firmati da Gianlorenzi che ha anche curato personalmente tutti gli arrangiamenti, ad eccezione di Bob (Rasta Lights) che vede la partecipazione di Valter Vincenti all’arrangiamento della sezione Reggae/Dub. Preziosa la collaborazione di Fernando Alba come consulente artistico e degli arrangiamenti e di Alessandro Paolinelli come produttore associato e dei musicisti tutti di primo piano della scena musicale italiana: Marco Rovinelli alla batteria, Pino Saracini, Pierpaolo Ranieri e Mario Guarini che si alternano al basso. Impreziosiscono l’album il missaggio di Fabrizio Simoncioni (57 dischi di platino venduti in tutto il mondo) e il mastering del leggendario ingegnere londinese Kevin Metcalfe (Queen, Depeche Mode, David Bowie, Jeff Beck).